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Il mistero sulla morte del bandito Giuliano e il film di Francesco Rosi

bandito Giuliano

District: Sicilia
Province: Palermo (PA)
Locations:
Date: 2017-07-05

Il mistero sulla morte del bandito Giuliano e il film di Francesco Rosi

bandito GiulianoIl 5 luglio 1950 veniva rinvenuto il cadavere di Salvatore Giuliano, meglio noto come il bandito Giuliano.

La sua morte rimane uno dei segreti della storia dell’Italia del dopoguerra. Come scrisse il giornalista de L'Europeo Tommaso Besozzi che pubblicò un'inchiesta sull'uccisione di Giuliano, “Di sicuro c'è solo che è morto”.

Tante le versioni diverse sulla sua morte fino a quella estrema secondo cui il cadavere rinvenuto era quello di un sosia. Né contribuirono a fare chiarezza indagini e processi.

Una morte oscura come la sua vita di bandito, di “colonnello” dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), i suoi rapporti spregiudicati con ambienti americani e della politica siciliana.

Il suo nome rimane indissolubilmente legato alla Strage di Portella della Ginestra.

Il 1 maggio 1947 duemila lavoratori, in prevalenza contadini, si erano riuniti in località Portella della Ginestra, nei pressi di Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato. Festeggiavano la vittoria del Blocco del Popolo (la coalizione tra PSI e PCI) nelle elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana. Improvvisamente la banda guidata da Salvatore Giuliano e Gaspare Pisciotta iniziò a sparare sulla folla dal vicino monte Pelavet per circa un quarto d'ora: rimasero uccise undici persone, altre ventisette ferite. Nel mese successivo, la banda Giuliano, incitando la popolazione a ribellarsi al comunismo, incendiò e devastò con mitra e bombe a mano le sedi delle leghe contadine del PCI in vari paesi della Sicilia provocando un morto e numerosi feriti.

Il film di Francesco Rosi

bandito GiulianoAlle vicende di Salvatore Giuliano furono dedicate varie opere cinematografiche. Sicuramente però il film più importante e significativo è Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi.

Presentato in concorso al Festival di Berlino 1962, vinse l'Orso d'argento per il miglior regista nonché tre Nastri d'argento. Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.

Un film che indaga, scava con gli occhi del miglior giornalismo sui rapporti tra mafia, banditismo, potere economico e potere politico, ma insieme mantiene sempre alta la potenza espressiva del linguaggio cinematografico.

Le riprese del film si svolsero negli stessi luoghi dove erano avvenuti i fatti raccontati (Montelepre, Castelvetrano, Portella della Ginestra). Durante la lavorazione vennero impiegati soprattutto attori non professionisti presi tra la gente del luogo. Il bandito Giuliano venne interpretato dal tranviere palermitano Pietro Cammarata, che nel film compare sempre di spalle o in lontananza.

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