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Steno, l’arte di far ridere: una mostra per il centenario della nascita
Il regista
Il 19 gennaio 1917 nasceva a Roma Stefano Vanzina, in arte Steno.
Uno dei registi che ha fatto la storia del cinema italiano. In particolare nel genere della commedia, ma anche cimentandosi con altri generi. Nel 1972 con La polizia ringrazia fu tra i precursori del poliziesco all'italiana.
La produzione di Steno è davvero ricchissima. Prima in collaborazione con Mario Monicelli, poi da solo a cominciare da Totò a colori del 1952.
Solo qualche titolo: Un americano a Roma, Un giorno in pretura, Piccola posta, Totò cerca casa, Totò e i re di Roma, Guardie e ladri, Piedone lo sbirro, Il tango della gelosia, Febbre da cavallo, Mani di fata, La poliziotta.
Con lui hanno lavorato moltissimi degli attori italiani.
Totò e Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Renato Rascel, le coppie Tognazzi-Vianello e Franchi-Ingrassia, Johnny Dorelli, Bud Spencer, Lando Buzzanca, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio e Diego Abatantuono. E poi le attrici Marisa Allasio, Sylva Koscina, Edwige Fenech, Ornella Muti, Eleonora Giorgi, Stefania Sandrelli, Mariangela Melato e tante altre.
La mostra
In occasione del centenario della nascita dello sceneggiatore e regista, ma anche disegnatore e scrittore, (19 gennaio 2017), la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospiterà dall'11aprile al 5 giugno una grande mostra monografica, "Steno, l'arte di far ridere - C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora” a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, patrocinata dalla Regione Lazio, prodotta da Show Eventi in collaborazione con CityFest.
Grazie al materiale di famiglia - in accordo con i figli Enrico e Carlo Vanzina - e con la collaborazione degli archivi Istituto Luce, Rai Teche, Centro Cinema Città di Cesena e Studio EL Cinecittà, si ricostruisce la storia professionale e privata del regista.
Dall'infanzia fino all'ultima opera cinematografica del 1988, si ripercorre la vita di Steno attraverso fotografie, cimeli, testimonianze, carteggi e materiali audiovisivi inediti.
Tra i documenti esposti vi sarà anche il "Diario futile", un album di ritagli, foto, vignette, appunti, collage dissacranti realizzato dal regista, tra il 1941 e il 1943, prendendo spunto dalla guerra e dal regime fascista.
